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MUSICA JAZZ n° 5 |
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Olindo Fortino
Maggio 2004
Non capita tutti i giorni di mettere nel lettore il disco di una ignota formazione italiana e restarne colpiti sin dalle battute iniziali. E’ però vero che c’era già la garanzia del marchio Cmc, storica etichetta fondata nei Settanta dall’Art Studio di Carlo Actis Dato, Claudio Lodati, Enrico Fazio e Fiorenzo Sordini, figure del cui insegnamento hanno infatti beneficiato quattro elementi di questo singolare quintetto piemontese. Rassvjet è impostato su tempi sincopati e metronomicamente altalenanti, in cui tutti gli strumenti lavorano in modo corale pellicole armoniche di squisita fattura.
La scrittura di Bodrato (che firma sette brani) si rivela brillante e poliedrica sin già nel successivo Vitorchiano Paradise, uno dei vertici della raccolta: i musicisti scoprono le carte giocando intorno ad un tema godibilissimo e ricco di swing. Puntando sull’elegante nitore del trombettista, Liberi tutti e Maggio fissano il proprio baricentro espressivo sull’estetica polifonica di Dave Douglas e variano il registro improvvisativi con spunti che rimandano alla tradizione melodica italiana.
Blacky Dance e Petrodollar assecondano con mano calda lo spirito di ricerca e le audaci sovrapposizioni stilistiche, lasciando ampio margine d’azione sia al trombone sia al tenore. Nancy e Rajssa poggia su tempi frastagliati e articolati solismi a catena, dove serpeggia finanche un filigranato tema klezmer, mentre Italian Fight Song svela la padronanza orchestrale e il sanguigno temperamento mingusiano in quella che è una originale rivisitazione di Bella Ciao. Gran finale con Virology, mirabile conciliazione di groove anni Sessanta e mobilizzimo avantjazz di marca Downtown.
“Lk” è insomma il grandissimo esordio d’un progetto dal taglio creativo fortemente individuale e altamente ispirato.
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